Tale sottoazione ha inteso diffondere l’adozione di protocolli di concimazione più razionali, definiti sulla base delle reali esigenze colturali e sulla dotazione iniziale del terreno in termini di macroelementi.
I protocolli di concimazione sono stati forniti dall’Università degli Studi di Catania – Dipartimento DISPA.
Per le 5 aziende cinaricole, tabella 1, dislocate in agro di Ramacca (CT) e Mineo (CT) (Allegato 1), si è proceduto all’allestimento di 4 parcelle, ognuna di superficie pari a 5000 m2 ed ospitante una cultivar di carciofo (per un totale di 2 ha ad azienda), tabella 2.
Ogni parcella è stata suddivisa in 2 sub-parcelle, al fine di diversificare, per ogni cultivar adottata, il protocollo di concimazione nel seguente modo:
- protocollo ordinariamente adottato in zona, indipendente dalle esigenze colturali e dalla dotazione iniziale del terreno: 500 kg ha-1 di N, 250 kg ha-1 di K2O e 250 kg ha-1 di P2O5;
- protocollo formulato sulla base delle esigenze colturali e della dotazione iniziale del terreno considerato: sulla base di quest’ultima, il piano di concimazione è stato formulato in maniera da realizzare una dotazione di macroelementi pari a 210 kg ha-1 di N (240 kg ha-1 per le cultivar non rifiorenti), 180 kg ha-1 di K2O e 200 kg ha-1 di P2O5.
A tal fine, in ciascuna azienda agricola partner si è proceduto a campionamenti di terreno in corrispondenza delle parcelle ospitanti la prova, ed alla successiva analisi fisico-meccanica e chimica dei campioni ricavati (Allegato 2).
L’impianto delle carciofaie dimostrative è avvenuto, in tuttele aziende agricole partner, entro il mese di ottobre 2011, su terreno precedentemente umettato e partendo da plantule radicate allo stadio di 4°-5° foglia.
Le plantule sono state disposte in file semplici, in accordo con i sesti ordinariamente adottati su scala aziendale (Tabella 2).
I genotipi scelti per l’allestimento delle parcelle dimostrative sono stati Violetto di Sicilia, Tema 2000, Romanesco, Exploter ed Apollo.
I criteri che hanno indotto tali scelte sono state dettate dalle caratteristiche di adattabilità delle cultivar agli areali cinaricoli siciliani, il diverso calendario di produzione (dal tardo autunno agli inizi della primavera in Violetto e Tema 2000, da fine inverno a tarda primavera in Romanesco, Exploter ed Apollo), la capacità produttiva elevata e le buone caratteristiche qualitative dei capolini.
Nello specifico, Violetto di Sicilia è una varietà multiclonale, autoctona e propagata per via agamica, la cui epoca di maturazione dei capolini, particolarmente precoce, inizia a fine ottobre – inizio novembre e si protrae fino ad aprile.
Il capolino principale, mediamente compatto, di pezzatura medio-piccola, presenta forma cilindro – conica, con brattee esterne verdi soffuse di sfumature violette, e brattee interne verde – biancastre, anch’esse con sfumature violette; i capolini sono destinati in larga preminenza al consumo fresco sui mercati nazionali, sebbene tale tipo varietale abbia una spiccata capacità a produrre capolini da carducci idonei per l’industria conserviera.
L’elevata precocità che la caratterizza, unitamente ad un’altrettanto spiccata adattabilità ambientale ed un periodo produttivo ampio (novembre – aprile), ha fatto sì che per oltre un secolo la cinaricoltura praticata nella Sicilia orientale si sia basata quasi esclusivamente su tale tipo varietale, nelle varie forme ad esso ascrivibili.
Tema 2000 varietà monoclonale, autunnale e propagata per via agamica. E’ stata selezionata nell’ambito di progenie della cv Terom.
L’epoca di maturazione commerciale dei capolini va da novembre ad aprile. I capolini presentano caratteri morfologici del tutto peculiari, in quanto si presentano con brattee esterne di colore viola molto intenso ed uniforme, mentre quelle interne appaiono di color giallo con sfumature violacee; le brattee esterne, inoltre, sono sormontate da una breve spina giallastra, cosa che non ha invece riscontro sul fogliame, che risulta essere inerme.
La forma dei capolini è ellissoidale – conica, con pezzatura media. Si adatta a diversi ambienti di coltivazione, e tra i suoi punti di forza annovera l’elevata precocità, l’ampia stagione produttiva, l’elevata capacità produttiva, nonché l’elevata resistenza all’atrofia del capolino.
Il Romanesco è una varietà primaverile. Sebbene unifera, risulta caratterizzata, negli ambienti cinaricoli meridionali, da spiccata precocità rispetto alle altre cultivar tardive: in Sicilia avvia la “maturazione” dei capolini nel periodo di gennaio – febbraio, e la protrae fino ad aprile. I capolini si presentano con brattee esterne viola con sfumature verdastre, mentre le interne sono giallo – verdastre con sfumature violette; nel complesso i capolini assumono forma isodiametrica, di compattezza medio – elevata, e del peso unitario medio di circa 300 g.
La sua coltivazione viene praticata in aree ad inverni miti. Tra i punti di forza di tale cultivar si annoverano le eccellenti caratteristiche organolettiche dei capolini, la spiccata precocità nell’ambito dei tipi primaverili, la buona contemporaneità di emissione, ed il largo anticipo con cui in Sicilia concretizza la maturazione commerciale dei capolini (circa 1 – 2 mesi) rispetto ai classici areali di coltivazione campani e laziali.
Exploter è una cultivar monoclonale di recente costituzione, derivata da incrocio fra il tipo varietale Castellammare e la cultivar Violetto di Toscana. Si tratta di una pianta medio-tardiva, dotata di elevata vigoria vegetativa ed adattabile a contesti pedo-climatici assai diversificati. I capolini, di forma conica, di colore violetto con sfumature verdastre, si presenta di pezzatura media e di buone caratteristiche qualitative in rapporto al mercato per il consumo fresco.
La cultivar Apollo è anch’essa monoclonale, recentemente ottenuta nell’ambito di incroci fra il tipo varietale Castellammare e la cultivar Violetto di Toscana. La piante si presenta molto vigorosa, con scarsa attitudine pollonifera e produzione tardiva.
I capolini, di grande pezzatura, hanno forma tipica delle popolazioni di Romanesco, con una colorazione violetta molto intensa e brattee esterne coriacee, a margine inciso. Essi presentano altresì buona compattezza e brattee interne carnose, il che conferisce al prodotto buona caratteristiche merceologiche.
Si precisa che in fase di trasferimento, nonché di realizzazione degli impianti, il Responsabile Scientifico ha ritenuto opportuno adottare dei sesti diversi in base ai genotipi di carciofi impiantate. Detta scelta è stata dettata dalla diversa vigoria vegetativa delle varietà adottate, atteso che quest’ultima influenza il livello di competizione intraspecifica e, quindi, lo spazio minimo necessario a ciascuna pianta per estrinsecare la piena capacità produttiva.
La concimazione azotata è stata effettuata mediante fertirrigazione, adottando una formulazione granulare idrosolubile (Nitro34) erogata complessivamente in 5 somministrazioni (da dicembre a marzo), e disciolta di volta in volta nel volume di adacquamento in ragione delle dosi riportate in Allegato 3.
Le concimazioni fosfatica e potassica sono state effettuate, in tutte le aziende coinvolte, in un’unica soluzione in pre-impianto, adottando rispettivamente perfosfato triplo (48%) e solfato di potassio (51%) (Allegato 3).
Le cure colturali consecutive (irrigazione, lotta alle infestanti, difesa dalle principali avversità animali e crittogamiche) sono state effettuate in accordo con le consuetudini locali.
Al fine di monitorare l’andamento della prova, le rispondenze in campo del trasferimento delle innovazioni e di prelevare campioni di capolini da sottoporre alle opportune analisi di laboratorio per la determinazione delle caratteristiche di qualità, il personale tecnico-scientifico afferente al Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Catania ha effettuato sopralluoghi presso le aziende agricole partner in corrispondenza delle seguenti date: 07/02/2012, 14/02/2012, 16/02/2012, 29/02/2012, 16/3/2012, 21/3/2012, 23/3/2012, 26/3/2012, 11/4/2012, 12/4/2012, 23/4/2012, 26/4/2012, 27/4/2012, 03/5/2012, 07/5/2012, 10/5/2012, 15/5/2012, 30/5/2012.
In corrispondenza di ciascun sopralluogo presso ogni azienda, sono stati campionati 50 capolini per varietà e per livello di input. In totale sono stati campionati ed analizzati 7.000 capolini.
Hanno costituito oggetto di rilevamento, sia in campo che in laboratorio, le seguenti variabili:
il numero di capolini prodotti per pianta; il peso unitario fresco dei capolini;
l’indice di forma degli stessi (inteso come il rapporto fra diametro longitudinale e diametro trasversale);
l’incidenza ponderale del ricettacolo sul peso del capolino;
l’incidenza ponderale delle brattee sul peso del capolino, il peso unitario, il diametrolongitudinale ed il diametro trasversale dello stelo fiorale.
Scarica gli allegati
- Tabella 1 – Elenco delle aziende agricole partner del progetto
- Tabella 2 – Elenco dei genotipi coltivati presso le aziende agricole partner, e relativi sesti di impianto
- Allegato 1 – Ubicazione delle parcelle dimostrative nelle 5 aziende agricole partner
- Allegato 2 – Analisi chimica e fisico-meccanica dei campioni di terreno raccolti presso le 5 aziende partner
- Allegato 3 – Piano di concimazione (per sub-parcelle di 2.500 m2)